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Milano: i paninari si ritrovano a San Babila per il raduno invernale

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Da qualche anno un gruppo di irriducibili paninari si ritrova a Milano, per la precisione a San Babila. Qui in alcuni bar di piazza Liberty, erano soliti incontrarsi negli anni Ottanta. Era il periodo in cui “essere paninaro” era un outfit di culto che contraddistingueva un’intera generazione.

Oggi, per due volte all’anno, alcuni 40-50enni provenienti da diverse parti d’Italia si incontrano dal vivo, vestendosi esattamente come negli anni in cui questo tipo di abbigliamento spopolava. Il web li ha aiutati a ricompattare un movimento che, in realtà, non è mai scomparso. Nel 2013 Matteo Ranzi, paninaro Doc, ha fondato la pagina Facebook “Paninari, la Company”, che oggi ha raggiunto il numero di circa 400 iscritti.

Immancabili le cinture di El-Charro, il giubbotto Moncler, le Timberland ai piedi e le calze Burlington. Gli occhiali Ray-Ban portati sulla testa proprio come si usava negli anni Ottanta.

Certo, la nostalgia è il sentimento che anima questi giovanotti che si ritrovano a San Babila, ma non solo. Come ci tengono a precisare i paninari che hanno partecipato al raduno milanese, loro hanno una forte passione per i brandi americani. Per questi nostalgici paninari l’America è un mito insuperabile.

Vestire da paninaro era costoso, non tutti riuscivano ad acquistare capi originali. Basti pensare che le Timberland costavano sulle 300 mila lire, mentre una cintura originale El-Charro non meno di 80 mila lire. Per i paninari era il massimo arrivare ad indossare il montone della Timberland. Il prezzo? Tenetevi forte: si aggirava sul milione e ottocentomilalire!

 

 

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