Il grido di battaglia è semplice, d’impatto: “Don’t fuck with riders!”. Che tradotto in italiano suona più o meno così: “Non provare a fregare i riders”. Sì perché da giorni ormai la rabbia dei riders, dei fattorini che a ogni ora del giorno e della notte portano il cibo a domicilio in giro per la città, è esplosa.
Da venerdì è scattato lo sciopero selvaggio contro il nuovo contratto siglato da Assodelivery e il sindacato Ugl che secondo le altre sigle avrebbe peggiorato le già difficili condizioni di lavoro dei corrieri. Dopo il blocco delle consegne dei giorni scorsi, martedì sera in 200 – tutti con le loro biciclette e i loro zaini per le consegne – si sono messi in marcia, senza autorizzazione, da corso Genova, hanno raggiunto il Duomo e si sono poi radunati in Centrale.
Una manifestazione spontanea partita dalle vie del centro si è trasformata in un corteo non autorizzato e uno sciopero selvaggio. I rider di Deliveroo, Glovo, Just Eat e Ubereats hanno manifestato tutta la loro rabbia a causa del nuovo contratto firmato dalle piattaforme. che ha portato le società a dimezzare le paghe di tutti i fattorini d’Italia”, hanno spiegato da Deliverance Milano, un collettivo politico di precari e fattorini attivi nel delivery food
“Proprio oggi infatti partiva il nuovo contratto che imponeva condizioni peggiorative per tutti i lavoratori, mantenendo il cottimo e abbassando le tariffe di tutti: Ubereats su tutti, 1,99€ a consegna con lavoratori in turno tutto il giorno che guadagnano poco o niente; Deliveroo che ha abbassato le paghe e tolto i turni, spingendo i fattorini a restare online ore ed ore senza guadagnare nulla; Glovo che ha portato la paga base da 2€ ad 1,30 con la parte variabile per km che è passata da 0,63 a 0,50; ed infine JustEat che ha allungato le tratte e diminuito la paga minima, portata sotto i 6€”, hanno proseguito. “Le società del delivery si dimostrano i caporali che sono e noi ci chiediamo come questo possa essere possibile, quando la legge 128 prevedeva per noi l’introduzione di una paga oraria di 10 euro lorde come previsto dal Ccnl Trasporti e Logistica e le tutele della subordinazione come già detto anche da una sentenza della Corte di Cassazione”, hanno sottolineato dal gruppo.
E ora sono gli stessi rider – che nei mesi più duri dell’epidemia di coronavirus si erano guadagnati la qualifica di “eroi” per il loro lavoro – a chiedere una mano ai cittadini. “Non siamo eroi, siamo lavoratori. Chiediamo a tutti di ricordarsi di noi, di solidarizzare con la nostra lotta e di non ordinare in questi giorni – il loro appello -. Proclamiamo lo stato di agitazione permanente. Senza diritti non consegniamo. Non siamo schiavi, siamo umani. Meritiamo il vostro rispetto, una paga degna e le garanzie che ci spettano, quali lavoratori a tutti gli effetti. Basta ricatti”.
Fonte: MilanoToday