Nonostante il forte pressing dei politici lombardi per la riapertura delle piste da sci, il premier Giuseppe Conte, lunedì sera su La7, è stato categorico: non si ripeteranno le estreme libertà di Ferragosto. Saranno quindi vietate le settimane bianche e tutte quelle occasioni di amplificazioni del contagio da covid-19. La Ue, infatti, ai primi di dicembre dovrebbe dettare le linee guida comuni per la stagione sulle piste da sci in Europa e per il Natale. Il documento di Bruxelles è programmato per il 2 dicembre e sarà un protocollo a cui stanno lavorando anche Francia e Germania. Sarà una raccomandazione e indicherà agli Stati membri della Ue gli orientamenti generali sui movimenti durante le feste.
Il motivo della necessità di attendere Bruxelles è stato spiegato da Conte a Otto e Mezzo: “Quello degli impianti sciistici è un problema necessariamente europeo: se gli italiani vanno a sciare in Francia o in Austria, potrebbero tornare e contagiare”.
Come si passerà il Natale
E per questo la linea del governo è di evitare di favorire la terza ondata. “Il sistema ci consente di intervenire in modo circoscritto, senza misure che finiscono per penalizzare territori che non lo meritano e senza imporre sacrifici anche economici ingiustificati”, hanno spiegato fonti di palazzo Chigi citate dall’agenzia di stampa Agi, “il governo è pienamente consapevole che affrontare le festività natalizie senza alcune cautele aggiuntive sarebbe da irresponsabili”. Il Natale 2020 in lockdown soft si presenterà quindi con:
- niente tombolate, festeggiamenti, veglioni e cenoni;
- la deroga al coprifuoco solo per la vigilia di Natale;
- si potranno raggiungere i parenti solo nelle zone non a rischio;
- cenone e veglione saranno solo con i parenti stretti;
- notte di Natale si potrà girare oltre la mezzanotte per partecipare alle funzioni religiose;
- negozi rimarranno aperti più ore;
- massimo 6 persone in casa a tavola.
Agostino Miozzo, coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico, spiega che ”le feste di Natale saranno un momento di serenità auspicabile però è comunque un incontro a rischio, dobbiamo esserne consapevoli, il virus se ne frega dell’identità familiare”. ”Se vorremo replicare quanto fatto questa estate nella logica del ‘liberi tutti – ha aggiunto Miozzo – possiamo essere certi che a metà/fine gennaio saremo nel pieno della terza ondata della pandemia”.
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