“Sono in possesso di un assegno a lei intestato del valore di 43.500 euro”. Così scriveva in una lettera su carta intestata l’avvocato Ernesto Credendino al cliente 60enne, all’epoca invalido civile all’80 per cento, che aveva assistito in una causa di lavoro e in cui aveva avuto ragione. Peccato che quando l’uomo si è presentato in studio per farsi consegnare la somma che il suo ex datore di lavoro gli aveva fatto avere a seguito del licenziamento, e comprensiva di risarcimento danni e pagamenti arretrati, il legale non si sia presentato.
Altre telefonate, tentativi di mettersi in contatto. Sparito nel nulla. Il 60enne ha deciso di sporgere denuncia tramite il suo legale, l’avvocata Barbara Sportillo. E dopo 6 anni dai fatti, il Tribunale di Busto Arsizio ha condannato Credendino a 3 anni di reclusione e a una multa per appropriazione indebita. Inoltre, ha stabilito che dovrà risarcire alla parte civile la somma oggetto del contendere, ovvero circa 45 mila euro. Il 60enne, peraltro, nel frattempo si è aggravato ed è stato dichiarato invalido al 100 per cento per via di alcune patologie. Al processo di primo grado l’imputato, difeso dall’avvocata Mariangela Fulginiti, non si è presentato. Non ha dato la sua versione dei fatti, non si è scusato e neanche ha fatto sapere se la somma l’avesse effettivamente incassata. Le motivazioni saranno depositate tra 15 giorni.
Fonte: Milano la Repubblica.it