Prima le foto, poi la diffusione sul web. Ancora una volta i corpi di tre bambini sono stati mercificati sul web. Ma in questo caso a scattare le immagini per poi postarle erano i genitori delle tre vittime.
“Scene di vita quotidiana”, le chiamavano. “Non c’è nulla di deprecabile in quelle immagini”, dicono adesso. Ma quelle fotografie di nudo ritraevano i bimbi che all’epoca dei fatti avevano 5, 8 e 9 anni. E venivano condivise su internet. Per l’accusa si parla di “pedopornografia”. Per questo motivo i genitori sono finiti a processo.
La galleria era in parte custodita in un supporto elettronico ritrovato a casa degli indagati durante la perquisizione del novembre 2021. Video e foto, almeno 72, che ritraevano i bambini in quelle che le accuse definiscono come “pose lascive”.
La segnalazione che ha fatto partire le indagini è arrivata dall’America, dal “Centro nazionale per i bambini scomparsi e sfruttati”, rivela Il Messaggero. In realtà, l’uomo era stato già segnalato. E per ben quattro volte, sempre per aver caricato foto che ritraggono minori in contenuti atteggiamenti sessualmente espliciti.
Dall’altra parte dell’oceano la segnalazione è arrivata fino alla polizia postale, quindi alla procura di Roma. Da qui la perquisizione e i sequestri dei file e degli indumenti utilizzati dai piccoli quando le foto sono state scattate.
Adesso i genitori non possono più accudire i loro figli, lo ha detto il tribunale. Di loro si occupa un curatore speciale, che ha già sottolineato le cicatrici che questa storia ha lasciato nelle tre vittime.
Fonte: Roma la Repubblica.it