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Milano: chi è Chandra Livia Candiani, la maestra che insegna la poesia ai bambini

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La poetessa Chandra Livia Candiani tiene seminari di poesia nelle scuole elementari delle periferie di Milano. Seguendo le sue lezioni, i piccoli alunni imparano ad essere poeti, a lasciare entrare la poesia nella loro vita di ogni giorno.

Oggi il lavoro di Chiandra e dei suoi talentuosi studenti di poesia sta per diventare un libro, la cui pubblicazione è a cura dell’editore Andrea Cirolla. “Le poesie dei bambini hanno circolato a lungo solo oralmente, capitava che Chandra le leggesse in casa sua oppure al telefono. A un certo punto, saranno stati cinque anni fa, le ho proposto di pubblicarle: mi oppose un no categorico, per un istinto di protezione verso i bambini. Ho accettato la sua scelta, ma non mi sono dato per vinto, così, insisti e insisti, sono riuscito a convincerla. Sono poesie tutt’altro che accomodanti, direi che sono l’esatto contrario, che sono scomode, non addomesticate“, ha dichiarato.

In un’intervista Chandra Livia Candiani ha raccontato il suo approccio con i bambini: “Piano piano ho creato un mio piccolo metodo che condivido solo con i bambini, delle avventure per andare in cerca e sostare un po’ nel luogo della poesia, perché anche la poesia come l’infanzia è un luogo, credo. Ma quello che conta è che, ogni volta che entro in una classe, non so cosa succederà, non vado con idee fisse e programmi rigidi, ma con il tremito dell’apprendista e con la passione di una vita intera devota alla poesia. I bambini credono ancora in una promessa, una promessa che non ha un contenuto preciso, ma chiunque arriva e fa una faccia da promessa, ha parole di promessa, sorrisi di promessa, è accolto con gioia immensa, perché hanno tanto bisogno di credere nel mondo”.

Non sempre il suo “metodo non metodo” è stato accolto con favore. In alcune scuole le hanno chiesto di non proseguire il suo progetto di “educazione alla poesia”. Lei di certo non si scoraggia. Sa che la poesia arriva dove deve, nei luoghi in cui si è pronti ad accoglierla con la passione e l’entusiasmo che merita. Lei non potrebbe farne a meno, visto che scrive poesie da quando ha dieci anni, e ora ne ha 63.

Non tutti i bimbi sono così sensibili da avvicinarsi alla poesia. Come lei stessa ammette, “non è facile partecipare a un seminario di poesia, bisogna accettare di non sapere niente, per questo i più bravi a scuola hanno più difficoltà perché hanno più paura a lasciar cadere i risultati, le sicurezze, i luoghi protetti. Gli asini invece corrono liberi. Spesso dentro a un asino c’è un poeta addormentato e sfiduciato e io cerco di scovarlo con delicatezza. Mi sembra che tutto stia nel vedere i bambini e le bambine più invisibili di tutti. Io sono stata una di loro, così mi è facile notarli per primi”.

E siccome ogni adulto è in fondo anche un po’ bambino nel profondo del suo animo, “mi sembra che parlare agli adulti è parlare ai bambini senza età che vivono in noi e hanno tutti fame”, ha detto la poetessa.