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La manifestazione per la pista ciclabile sulla Ghisolfa

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Meno di un anno fa, col favore delle tenebre, qualcuno tracciò con vernice bianca una pista ciclabile abusiva sul ponte della Ghisolfa, nella carreggiata da piazzale Lugano in direzione Mac Mahon. Era agosto. Pochi giorni prima, una giovane ciclista era stata investita da un automobilista nella stessa tratta. L’azione era stata rivendicata dal comitato Colibrì Milano e dalla pagina “Sai che puoi?”. L’avevano chiamata “ciclabile popolare”, consapevoli che sarebbe durata pochissimo.

Ora l’idea viene riproposta con una manifestazione in programma il 28 aprile. L’appuntamento è in via Castellino da Castello alle 16.45: ci sarà un corteo che percorrerà anche il ponte. La ciclabile sul ponte della Ghisolfa vinse il bilancio partecipativo 2017-2018, con un budget di 250 mila euro. Il percorso proseguì con momenti di verifiche tecniche e co-progettazione ma una valutazione di fattibilità in fase iniziale bloccò la realizzazione della bike-lane. Ora, come spiegano i comitati promotori, “è in corso un nuovo processo di co-progettazione con la nuova amministrazione che ha trovato soluzioni alternative per tracciare questa corsia”.

Ciclabile e preferenziale

Ci sono anche voci critiche. “E’ un’idea distorta della mobilità cittadina”, afferma Alessandro De Chirico, capogruppo di Forza Italia a Palazzo Marino: “Sul ponte della Ghisolfa dovrebbe essere spostata la corsia preferenziale che oggi, senza alcun tipo di protezione per impedirne l’utilizzo ai non autorizzati, è spesso paralizzata anche al trasporto pubblico. Mi risulta un progetto di fattibilità che dovrebbe essere integrato per realizzare piattaforme utili alla fermata dei bus. Un intervento di questo tipo fluidificherebbe i tempi di percorrenza allargando le corsie sottostanti al traffico privato”.

Secondo De Chirico, i fondi del Pnrr potrebbero dare sostenibilità economica ad un intervento del genere. E, guadagnando spazio, “si potrebbe realizzare anche una ciclabile che da sola e senza una razionalizzazione delle corsie di scorrimento non vorrebbe dire nulla se non voler assecondare gli ecotalebani della ciclabilità”.

Fonte: MilanoToday

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